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Zucchero Botticino, bianco e buono, perché vanno cavandoti dal monte, e trascinano via, senza perdono, le tue zollette gigantesche e lente? Perché t’ hanno assaggiato, e preferito al dolce del buon zucchero apuano, che piacque a chi scolpì quell’infinito, dolente ed accasciato Nazareno. Ti hanno preferito anche al granito, e a pietre d’Istria e Trani, e al calcare: che sia perché, a Roma, ha addolcito, quel bel cuoco baffuto, il tuo sapore? Per la tua scelta, che daffare ansioso, lettere, esami, viaggi su e giù. Scavare pietra è molto faticoso, ma forse, la politica, di più. Adesso t’hanno scelto, e tu sarai la pasta d’un’immensa impresa edile, come, in Italia, non s’è vista mai: il primo monumento nazionale. Anche per questo, fare il progetto, è stata un’impresa tormentosa, perché vario e volubile è il concetto, mentre la pietra è una cosa precisa. Per lavorarti, poi, qualche bresciano prenderà il treno per la capitale, e dopo un poco si farà romano: il Tevere è un Rino con più miele. Un Angelo, con punte di scalpelli, ti abbellirà di angeli civili, ti riempirà di dotti indovinelli, di processioni eroiche e colossali, di antichi condottieri e di vestali.